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Mostra – Dall’utile al bello – di Mauro Li Vigni

Mostra – Dall’utile al bello – di Mauro Li Vigni

01-16 luglio 2022
 
I MOSTRI BUONI DI MAURO LI VIGNI
La sensibilità contemporanea verso le tematiche ambientali ha dato, negli ultimi anni, un impulso enorme all’arte figurativa e alla scultura in modo particolare. Molteplici sono gli artisti di tutto il mondo che, a partire da oggetti di uso comune ormai destinati alla discarica, realizzano opere d’arte capaci di ben figurare all’interno delle case dei collezionisti. E’ questo un percorso nobile che Mauro Li Vigni segue con la creazione delle sue opere, collages e sculture a cui si affiancano acrilici stampati su plexiglass. Si tratta di maschere, ritratti improbabili, che offrono una nuova esistenza a oggetti ormai privi delle loro funzione iniziale, che altrimenti andrebbero a riempire ulteriormente le discariche cittadine. A partire da vecchie riviste, legno riciclato, parti di motori, elementi provenienti da vecchie cucine a gas, utensili a basso coefficiente tecnologico ormai superati e abbandonati, maniglie, viti, rondelle, scarti della lavorazione del legno, freni a disco, da tutto questo insieme mutliforme di materiali, Mauro Li Vigni ha generato un universo di mostri buoni, visi policromi e totem dalle espressioni buffe, nel tentativo riuscito di produrre bellezza a partire da ciò che aveva solo una funzione meccanica. Oggetti in origine lontani dalla necessità di essere anche belli poiché il loro unico scopo era quello di essere utili.
La mostra si offre quindi come un viaggio divertente nell’immaginario del suo autore ma anche come una sorta di rebus in attesa di risoluzione, dove ognuno può provare a ritracciare in ogni singola scultura o collages, l’immagine originale o, meglio ancora, la funzione a suo tempo esercitata dai vari pezzi usati da Mauro Li Vigni per realizzare di volta in volta occhi, bocche, nasi, corone, orecchie di questi personaggi muti e affascinanti.
Mauro Li Vigni
Artista poliedrico e pieno di interessi, nasce a Palermo nel 1968 dove ancora vive e lavora. Sposato da 35 anni con Elvira Siragusa, è padre di due figli, Fabrizio e Karel, che vivono a Parigi. Negli anni successivi alla laurea in Psicologia si occupa di formazione degli adulti. Nel 2000 diventa dirigente scolastico di un istituto primario paritario dove svolge il suo ruolo sino al 2011 favorendo l’inserimento scolastico dei bambini autistici.
La carriera da scrittore
Nel 2003 si trasferisce a New York con la famiglia per un breve periodo. Questa esperienza gli ha permesso di scrivere il suo primo libro (Vado a vivere a New York… e poi torno). Tra il 2005 e il 2009 completa una trilogia di racconti ironici autobiografici (“Resto a vivere a Palermo…forse”. “La mia famiglia e altre anomalie”). Nel 2010 pubblica il saggio dal titolo “La Palermo che mi piace; storie di cittadini che almeno ci provano”. “Il canto di Ario” del 2011 è la sua prima opera di narrativa per bambini sul tema dell’autismo. Nel 2012 insieme alla moglie, fonda a Palermo la Green Avenue School una scuola dell’infanzia bilingue. Nel 2015 pubblica il suo secondo libro dedicato al tema dell’autismo dal titolo “Sulle ali di Angela” dal quale viene tratto un monologo teatrale interpretato da Manuela Ventura per la regia di Monica Cavatoi, selezionato tra i vincitori del Festival Kilowatt di San Sepolcro nel luglio 2016. Nell’aprile 2016 pubblica il racconto “Mino e il libro perduto”, un inno all’amore per la lettura e per i libri. Nel 2017 pubblica “L’incredibile estate dei fratelli Caravini” romanzo dedicato al mondo dell’arte di cui si è nutrito sin dall’infanzia essendo figlio di un pittore. Nel 2019 pubblica “Lisa la giraffa azzurra” un albo illustrato sull’importanza della conoscenza delle lingue. Sempre nel 2019 esce il romanzo breve “Il segreto buono di Isabù” destinato a un pubblico di giovani lettori, sull’amore per la musica sinfonica. Sempre nel 2019 pubblica “E poi venne la libertà” romanzo per ragazzi sul tema della deportazioni ebraica nella seconda guerra mondiale in Italia. Nel 2021 esce “Il cacciatore di errori” un racconto sul tema della salvaguardia ambientale.
L’esperienza figurativa
Mauro Li Vigni è un artista autodidatta che da 2013 alterna alla sua produzione narrativa, la realizzazione di opere figurative, profondamente originali, influenzate da diversi stili pittorici. Innanzitutto la presenzadi bordi definiti, di colori intensi e lapresenza di forme insolite,provengono dal suo interesse per l’arte aborigena. Il suo modo di procedere è anche influenzato daldoodlinguna tecnica istintiva con un grande valore distensivo,che favorisce l’accorpamento imprevedibile delle immagini. Altra caratteristica dominante nelle opere di Mauro Li Vigni è la sua capacità di distorcereil reale, in particolar modo del volto umano.
Mauro Li Vigni utilizza nelle sue opere bidimensionali due tecniche artistiche: il collage e l’acrilico su tela, talvolta utilizzate insieme nella stessa opera. Particolarmente interessanti sono le riproduzioni delle sue maschere, ispirate all’arte tribale, stampate su plexiglass. Questo materiale insolito conferisce una bella luminositàalle opere. La costante presenza del mostruoso, sempre rivisitato con ironia, rende i suoi mostri divertenti, apprezzati anche da un pubblico bambino. Ogni sua opera, come lui stesso dice, “…ricorda la musica classica, ogni volta che la ascolti puoi trovare cose nuove, che ti sorprendono”.
Dal 2020 realizza in modo febbrile sculture ispirate alle sue maschere, composte di scarti della lavorazione del legno e di altro materiale destinato alla discarica.
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