L’infermeria dei Frati cappuccini viene realizzata nel 1588
per volontà di Francesco Gonzaga,
vescovo di Cefalù dal 1587 al 1593
L’infermeria dei Frati cappuccini viene realizzata nel 1588 per volontà di Francesco Gonzaga, vescovo di Cefalù dal 1587 al 1593
L’infermeria dei Frati cappuccini viene realizzata nel 1588 per volontà di Francesco Gonzaga, vescovo di Cefalù dal 1587 al 1593
Ottenuto il beneplacito reale, il 9 giugno 1589, il vescovo costruisce a proprie spese un dormitorio al di sopra dei magazzini già presenti: si tratta del corpo est. Nel tempo l’infermeria diventa anche foresteria per i Confrati cappuccini e Regolari che non possedevano un proprio cenobio a Cefalù fin quando, nel 1732, papa Clemente XII ne vieterà l’uso agli estranei pena la scomunica maggiore, come si evince dalla lapide marmorea posta all’androne di ingresso.
Ottenuto il beneplacito reale, il 9 giugno 1589, il vescovo costruisce a proprie spese un dormitorio al di sopra dei magazzini già presenti: si tratta del corpo est. Nel tempo l’infermeria diventa anche foresteria per i Confrati cappuccini e Regolari che non possedevano un proprio cenobio a Cefalù fin quando, nel 1732, papa Clemente XII ne vieterà l’uso agli estranei pena la scomunica maggiore, come si evince dalla lapide marmorea posta all’androne di ingresso.
Ottenuto il beneplacito reale, il 9 giugno 1589, il vescovo costruisce a proprie spese un dormitorio al di sopra dei magazzini già presenti: si tratta del corpo est. Nel tempo l’infermeria diventa anche foresteria per i Confrati cappuccini e Regolari che non possedevano un proprio cenobio a Cefalù fin quando, nel 1732, papa Clemente XII ne vieterà l’uso agli estranei pena la scomunica maggiore, come si evince dalla lapide marmorea posta all’androne di ingresso.
Non risultando sufficiente ai bisogni dell’infermeria un solo dormitorio, Padre Illuminato da Capizzi propone la costruzione di un altro corpo di fabbrica. A partire al 1752 ai tempi di padre Antonio Uccellatore da Bronte denominato padre Purgatorio, viene elevato dalle fondamenta “un nuovo corpo di fabbrica ortogonalmente al primo”. L’accesso libero al cortile interno ai cittadini che desideravano attingere acqua dal pozzo, alla lunga, finì col creare disordini tanto da spingere padre Giuseppe da Castelbuono a chiederne il divieto di accesso alle donne.
L’ordine pontificio di divieto è datato 20 Marzo 1843 e dato in esecuzione dal ministro provinciale padre Alessandro da Nicosia il 16 Luglio, come si evince dalla lapide posta sul lato sinistro dell’androne di ingresso la cui posizione costituì il “Limite ultra quod mulieribus progredi ulterius non licei sub poena excomunicationis”.
L’infermeria rimane attiva fino al 1862, per poi passare al comune di Cefalù, verosimilmente dopo il 1866, a seguito della soppressione degli ordini e delle corporazioni religiose. Il corpo di fabbrica a sud, che ha subìto maggiori modifiche è stato destinato, a partire dal 1960, in parte ad attività scolastiche, quali l’Istituto Alberghiero prima e Asilo poi, ed in parte a deposito. Il complesso architettonico Infermeria dei Frati Cappuccini di Gibilmanna, comunemente chiamato Bastione, riveste un interesse architettonico e storico particolarmente importante e rappresenta un esempio significativo di architettura ospedaliera religiosa dell’ordine dei Frati Cappuccini nell’ambito del territorio di Cefalù e siciliano.
(Fonte: Decreto del Dirigente Generale dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana n.6403 del 21 Dicembre 2016)
Biografia
Nico Marino
Altre note di storia cefaludese, Palermo 1985;
Rosa Brancato
I luoghi conventuali di cefalù intra moenia, Cefalù 1986;
Salvatore Culotta
Il convento dell’Itria o Infermeria dei Frati cappuccini di Gibilmanna, in www.qualecefalu.it 2012;
Rosalba Gallà
Disegno e lavori donneschi, presenze femminili agli albori della Scuola d’Arte di Cefalù, Cefalù 2014.